Il meccanismo del turnover all’interno delle amministrazioni comunali seguirà il criterio della “sostenibilità finanziaria“. Dovrà essere analizzato il rapporto tra spese per il personale e le entrate correnti, al netto del Fondo Crediti di dubbia esigibilità (FCDE).
Il nuovo calcolo prende in considerazione gli ultimi tre rendiconti approvati per le entrate, l’ultimo rendiconto per la spesa del personale ed infine il bilancio previsionale assestato l’ultimo anno per il Fondo Crediti di dubbia esigibilità.
La definizione della capacità di assumere nuove risorse all’interno dell’amministrazione dovrà tener conto della capacità dell’ente di mantenere in equilibrio pluriennale il bilancio. Quindi, una sostenibilità finanziaria di lungo periodo come sostenuto dal legislatore.
La ratio di questa misura è in linea con la sentenza della Corte Costituzionale n.18 del 14/02/2019 quando, in merito al “Principio di equilibrio di bilancio”, sancisce che non si tratta di un semplice e formale pareggio contabile ma consiste nella “continua ricerca di una stabilità economica di media e lunga durata“.
Fondamentale per questa analisi è l’indice di rigidità della spesa che studia il rapporto tra spese rigide (quota di ripiano del disavanzo, impegni di spesa dell’ente per le assunzioni, rimborso prestiti) e gli accertamenti dei primi tre capitoli delle entrate.
L’ente dovrà esaminare l’evoluzione dell’indice considerando l’incremento delle spese di personale ma anche l’andamento delle entrate e dell’indebitamento contenuti nel DUP e nel bilancio di previsione.
